Asma
comune fra i nuotatori olimpici
Secondo
un recente studio condotto sugli atleti olimpici, i nuotatori e soprattutto
quelli di resistenza, hanno maggiori probabilità di sviluppare asma rispetto a
coloro che praticano a livello agonistico altri sport acquatici.
E’ stato
infatti riscontrato che circa un quarto di coloro che prendono parte alle gare
di nuoto hanno asma conclamato, benché esso sia più comune negli atleti che
provengono da alcune parti del mondo piuttosto che da altre.
Secondo
gli esperti, l’intensità dell’allenamento e le lunghe ore trascorse in acqua
potrebbero esporre i nuotatori ad una maggiore quantità di sottoprodotti del
cloro rispetto ad altri atleti che trascorrono meno tempo respirando proprio a
pelo d’acqua.
In base a quanto dichiarato dall’autrice della ricerca, Margo
Mountjoy dell’Università McMaster di Ontario, uno studio a lungo termine
aiuterebbe a distinguere fra gli atleti asmatici che decidono di cimentarsi nel
nuoto e quelli in cui l’asma è il risultato dell’esposizione a pratiche di
allenamento di resistenza.
L’esposizione
al cloro ed a composti clorati è responsabile del cambiamento
dell’iperresponsività delle vie aeree, in quanto nuotare in piscine non
clorate, laghi, oceani o altro non comporta alcun aumento del rischio asmatico.
I nuotatori dovrebbero essere consapevoli del fatto che, in presenza di tosse
cronica, dispnea o sibili, è necessario ricercare assistenza medica per analisi
e trattamenti appropriati, nonché assicurarsi che il proprio ambiente di
allenamento presenti una ventilazione appropriata in relazione alla qualità
dell’aria.
Secondo
gli autori, comunque, i nuotatori asmatici hanno le stesse probabilità degli
altri di ottenere una medaglia, il che dimostra che questa condizione potrebbe
non influenzare la performance se trattata in modo appropriato: i
benefici per la salute legati al nuoto sono numerosi, ed essi non vengono
negati dal rischio di sviluppare asma ai livelli agonistici.
(J Allergy Clin
Immunol online 2015, pubblicato il 25/3