Bankitalia, nel Sud ospedali troppo piccoli e dotazioni peggiori.
Il decentramento "può essere lo strumento per muovere verso servizi più efficaci e standard migliori", e questo in una situazione nella quale si continua a registrare per il Sud un contesto di bassa crescita", lo ha dichiarato Daniele Franco, del Servizio Studi di Bankitalia, in occasione dell'audizione alla Commissione bicamerale sul federalismo fiscale.
Franco, come riporta il Sole 24Ore ha indicato come problema principale del Mezzogiorno "la qualità dei servizi pubblici che riflette la gestione della spesa corrente: deve essere questa la priorità, senza diminuire l'attenzione sulla spesa in conto capitale, su cui va recuperata efficienza.
Il decentramento, se ben utilizzato" ha detto "può essere uno strumento per avere servizi più qualificati, l'importante é come ogni euro viene speso". Secondo Franco "in altri paesi caratterizzati dalla presenza di aree in ritardo di sviluppo economico (come ad esempio la Germania e la Spagna), non emergono differenze rilevanti in termini di qualità del servizio sanitario".
Un'indicazione dei problemi della sanità nelle regioni meridionali arriva, spiega "dalla mobilità interregionale dei pazienti. Le regioni meridionali subiscono un deflusso di pazienti, che riflette la qualità delle cure e la capacità produttiva delle strutture sanitarie.
Sotto il primo profilo va rilevato che le indagini svolte presso i degenti rilevano nel Mezzogiorno una minore soddisfazione per i servizi ricevuti. Anche gli indicatori di inappropriatezza delle cure ospedaliere, quali la percentuale di parti cesarei e la percentuale di dismissioni con un Drg (raggruppamento omogeneo di diagnosi) medico da reparti chirurgici, mostrano che i servizi sanitari delle regioni meridionali sono peggiori che nella restante parte del Paese". (30/3/2011)
(n.d.r. by L.G.: dati su cui riflettere per cambiare rotta...)