In ufficio alle 15,27 scatta la sonnolenza, una corsetta in pausa pranzo per evitarla.
Secondo una ricerca condotta su mille lavoratori italiani il calo energetico riguarda 9 dipendenti su 10.
Il 58% di loro prende il caffè, il 17 schiaccia un pisolino, mentre solo il 5% fa attività fisica.
In Trentino Alto Adige il deficit dura più che in Sicilia
di AGNESE ANANASSO
ROMA - Ore 15,27: scatta l'ora X della sonnolenza in ufficio.
Il calo di energie, dopo il pranzo, riguarda 9 lavoratori su 10, con una riduzione "fisiologica" della produttività aziendale.
Sono i dati che emergono da una ricerca realizzata da Brooks Running, condotta su mille lavoratori italiani tra i 18 e i 65 anni.
Per il 58% di loro il rimedio per superare la crisi di sonno è prendere un caffè, il 17% riesce a schiacciare un pisolino sul posto di lavoro mentre solo il 5% si alza per fare attività fisica.
Mediamente la "fossa" del sonno dura 34 minuti, per un totale di 141 ore all'anno di deficit produttivo.
Se si guardano i dati regione per regione, si trovano diverse sorprese: in testa alla classifica della sonnolenza più insidiosa si trova il Veneto, con il 96,4% degli intervistati che "crollano", seguito dalla Calabria (94,9%) e dall'Emilia Romagna (94,4%).
L'altra sorpresa viene dalla durata della crisi di sonno: il picco maggiore è in Trentino Alto Adige con il record di 38 minuti e 45 secondi, ben 4 minuti in più della Sicilia.
Più arzilli i molisani, con 22 minuti e 30 secondi.
(Repubblica Salute 2/2017)